Dov'è la libertà?

“Sono partito dall’Africa per andare alla ricerca della libertà”. Così K. incomincia il racconto da quando ha iniziato a chiedersi: “dove è la libertà?”

Il viaggio è stato lungo e faticoso e di certo non ha potuto trovare la libertà nel deserto, perché troppo arido, né tanto meno in Libia, perché non ci sono leggi e K. ha imparato che per avere la libertà c’è bisogno di leggi.

Poi una legge l’ha trovata, quella del mare: ma è una legge dura che dà speranza a pochi, e K. desidera che la libertà sia per tutti.

Finalmente l’Italia: “sicuramente qui troverò la libertà” ha pensato K., ma dopo 5 anni di ricerca incessante, ha capito che la libertà non può essere rinchiusa nell’attesa infinita di un pezzo di carta, che chiamano documento.

Oggi K. ha compreso che cercava la libertà nel posto sbagliato, perché la libertà non è un luogo fisico o un oggetto.

Così, in questi mesi durante le attività dei Circoli Rifugio, ha iniziato a sperimentare che la libertà è nell’incontro con l’altro, nel condividere cibo, storie ed esperienze, nell’imparare ed ascoltare, nell’andare a teatro e vedere che sul palco c’è un immigrato, come lui, che è libero di narrarsi, donando a tutti la sua arte e la sua conoscenza. La libertà è essere migrante perché da sempre l’uomo migra nella ricerca dell’altro, poiché è solo nell’incontro con l’altro che siamo davvero liberi.

K. ora attende il suo documento non per andare alla ricerca incessante di un altro luogo, ma per continuare a restare nella costruzione collettiva di un intreccio di storie, che possano mettere le basi per la vera libertà, quella dove le differenze sono fonte di ricchezza e non di timore, quella dove si può andare ma anche tornare.